Già è difficile definire il termine "religione", che comprende vari tipi di credenze e culti organizzati, spesso molto differenti tra loro.
Ancora più difficile è definire il termine "laicità", che, al di là del concetto di separazione tra Stato e Chiesa, si porta dietro significati multipli, dall'assenza di simboli religiosi nei locali pubblici alla promozione di una cultura scientifica e di uno spirito critico, dalla non discriminazione alla tutela dei diritti umani (compresi quelli di professare la religione desiderata, di cambiare religione, di non professarne alcuna).
Raffaele Carcano, per il suo ultimo libro, utilizza poi il termine «antilaicità», non ancora presente nei dizionari ma già attestato, per parlare di tutte le azioni che hanno avuto e hanno il fine di negare la laicità. Ce ne sono state parecchie, nel corso della storia umana, e non mancano certo ai giorni nostri.
Il libro in questione è Storia dell'antilaicità. Cinque millenni di rapporti tra stati e religioni (edizioni Nessun Dogma, 2019).
Vi si parla di come le religioni, in tutto il mondo, abbiano tentato e tentino di imporre le proprie visioni agli stati, di come gli stati abbiano tentato di sfruttare le religioni a proprio vantaggio e di come la laicità, nelle sue diverse accezioni, sia sempre stata messa in difficoltà sia dagli stati sia dalle religioni, nonostante le sue virtù e i suoi principi di carattere universale.
E — secondo me questa è la parte più interessante — vi si delineano i diversi concetti che dovrebbero stare alla base della definizione di laicità e che dovrebbero ispirare le attività di chi la laicità ha a cuore.
Nessun commento:
Posta un commento