Di molte presentazioni si può dire che "fanno morire dalla noia", ma ce ne è stata una che ha, quasi letteralmente, ucciso sette persone. Stiamo parlando della missione NASA STS-107 del gennaio 2003. Al decollo, un pezzo del materiale di isolamento dello Space Shuttle Columbia si staccò e, a una velocità di quasi 29mila km/h, urtò contro l'ala sinistra, proprio nella parte che doveva servire a proteggere il veicolo spaziale dalle alte temperature dovute all'attrito con l'atmosfera nella fase di rientro.
Era difficile stimare il danno provocato dall'urto, ma in una riunione tra ufficiali della NASA e tecnici della Boeing venne mostrata, in una presentazione, una diapositiva che illustrava i potenziali rischi.
La diapositiva aveva però alcuni gravi problemi di impostazione:
- titolo grande e fuorviante
- elenco puntato con diversi livelli, da cui si poteva dedurre scarsa importanza delle informazioni di livello più basso
- grande quantità di testo
- termini diversi per indicare la stessa cosa
- termini vaghi e soggetti a interpretazione personale
- l'informazione più rilevante (le condizioni di volo dello Shuttle erano ben diverse da quelle provate in laboratorio) era messa in coda a tutte le altre
La conseguenza fu tragica: i rischi furono sottovalutati e non fu organizzata nessuna attività che avrebbe potuto evitare il disastro del rientro.
La vicenda è ben raccontata da Jamie Thomas nel suo blog, che a sua volta rimanda all'analisi completa svolta da Edward Tufte.
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